
Nei ritagli di tempo sto leggendo la bellissima biografia intellettuale di Galileo scritta da John L. Heilbron (Einaudi 2013): qui sono incappato negli acquerelli disegnati da Galileo dopo aver osservato la luna con il cannocchiale nel dicembre 1609 – uno dei momenti di svolta di un’intera civiltà.
Heilbron li definisce “ritratti, impressioni, non mappature precise”, e giustamente li chiama “esempi spettacolari di immaginazione creativa”: rispetto ai disegni stampati nel Sidereus Nuncius hanno tutto un altro fascino. Li trovo splendidi; testimoniano l’animo multiforme e poetico di Galileo, in questo un vero uomo rinascimentale.
(Una volta diffuse le sue eccezionali rivelazioni, Thomas Segeth lo lodò scrivendo che “[Colombo] ci ha dato terre con ampio spargimento di sangue | Galileo stelle, senza danno alcuno. Chi dei due è il più grande?”).
(07/11/25)