The medium is the message, e non lo si paga

Lucia Annunziata, intervistata da “Prima comunicazione”, ripresa da Lettera43:

I blog non sono un prodotto giornalistico, sono commenti, opinioni su fatti in genere noti; ed è uno dei motivi per cui i blogger non vengono pagati.

A me sembra che la direttrice confonda il mezzo – il blog – con il contenuto – l’opinione. Se “uno dei motivi” (quali gli altri?) per cui i blog non vengono pagati è perché sono commenti, allora non andrebbe pagato nessuno che scrive commenti – su carta, blog o qualsiasi altra cosa. Nessuno.

Questa può essere una scelta, ma non può essere argomentata dicendo che “i blog non sono un prodotto giornalistico”, come se tutti i blog fossero il diario della nonna. Non è il mezzo a determinare il contenuto, a meno di non pensarlo in chiave terribilmente deterministica.

Di più: questo veicola l’idea che il commento sia un affare da poco, di costume, da blogger appunto – qualcosa che è lì “tanto per”. Non paghiamo l’opinione perché è uno scritto personale, la sparata in cinque minuti su quanto successo il giorno prima o il giorno stesso, “quello che io penso” – l’equivalente del “mi piace il gelato al cioccolato”.

E con un perverso circolo vizioso, il fatto che tale “opinione” non venga pagata giustifica a sua volta la scarsa cura che uno può metterci. Non mi pagano, non è roba di valore, dunque non importa se lo faccio male e a casaccio. Invece di concentrarmi e spendere tempo per fare una riflessione seria (come cerco di fare io su questo blog, e tante altre persone su tanti altri blog), me ne frego.

Io sono il primo, giuro, a desiderare più cronaca e meno opinione cucinata al volo sui giornali (lo accenavo anche ieri): tuttavia la questione mi sembra mal posta. E non aiuta a sviluppare un giornalismo di commento sano, ben argomentato, che aiuti a riflettere e ad approfondire una notizia – a metterla in un contesto più ampio e a sviluppare nuove domande. Un tipo di giornalismo che manca, e che meriterebbe di essere pagato – se e soltanto se fatto bene e con ragionevolezza.

Ma ammettiamo, per amore di discussione, che sia così: che “i blog non sono giornalismo” e quindi non vengono pagati.

Ma allora perché includerli in un portale d’informazione? Perché “Iniziamo con circa 200 blogger, ha affermato Annunziata, ma finché non arriviamo a 600 non mi sento tranquilla”?

Risposta: perché sono comunque contenuto. E tu non li paghi.

Che è, di fatto, la scuola Arianna Huffington.

(23/09/12)