Rassegna stampa domenicale (23-09-12)

Oggi su “la Lettura” (pp. 6-7) Cristina Taglietti indaga un tema a me molto caro: la concentrazione nella lettura (in riferimento alla scuola). Bellissimo il contributo di Affinati in spalla.

I manager italiani sono i più pagati nel mondo. E’ sbagliato e scandaloso, e fin qua siamo tutti d’accordo: ma perché prendono così tanto, anche quando le cose vanno male? Lo spiega Davide Maria de Luca sul Post.

Sempre dal Post: Chi era Jaco Pastorius. Bell’articolo e bella selezione di pezzi.

Un bellissimo saggio di Gianluigi Simonetti sulla lotta armata e la narrativa italiana: parte uno, e parte due. (Grazie a Helena Janeczek per la segnalazione).

Prigionieri del nowism, rischiamo di perdere traccia della nostra storia digitale: i contenuti, lentamente, scompaiono: Matt Ingram, The disappearing web: Information decay is eating away our history.

Il grande filosofo Thomas Nagel recensisce l’ultimo libro grande filosofo Alvin Plantinga, sulla NY Review of Books. Bella la vita, alla NY Review of Books.

Simon Waxman fa pelo e contropelo alla retorica dell’innovazione, come se fosse una panacea contro tutti i mali dela società contemporanea. Gran pezzo: Against Innovation.

Carlo Formenti su postoperaismo e neoanarchia.

Matteo Pascoletti sul caso Sallusti.

Stavo pensando un po’ di cose – molto brutte – sulla campagna “Unemployed of the Year” di Benetton. Ma il sindacalista Giacomo Vendrame, intervistato sul Mattino di Padova, ne dice a sufficienza.

Per finire: come illustra bene Frank Cho, un uso poco cosciente del tablet può avere risultati spiacevoli. Specie se state combattendo dei ninja.

(23/09/12)