Rassegna stampa domenicale (05-01-14)

Big data e postmoderno, su The New Inquiry.

“Ma quando passa l’idea che la cultura sia al contempo un peso nel mondo del lavoro e una colpa a livello personale – non sarà il segno di un privilegio di un membro di una qualche «casta»? – si aprono praterie per il terzo di italiani che, secondo Demos, guardano tutt’altro che con dispiacere all’idea che un regime autoritario possa funzionare meglio di uno democratico, per quanto agonizzante.” Fabio Chiusi per Wired, sulla continua apologia sociale dell’ignoranza.

Nathan Jurgenson commenta i Google Glass dalla parte giusta: e cioè, non da quella di chi li indossa.

Arrestati i dirigenti della polizia del G8 di Genova. Il sunto di Internazionale.

Secondo Matt Cutts di Google, il 30% circa dei contenuti presenti sul web è una copia di qualcos’altro.

“I wish I had any external sense of what the etiquette norms for Grieving in the Digital Age might be. I know that there are no hard and fast answers, no fail-safe rules; I know that the “rules” will continue to evolve, even on a case-by-case basis”. Il lutto vissuto all’epoca dei social media.

Il Guardian fa notare che l’obesità nei paesi in via di sviluppo è in crescita allarmante.

L’editoriale in cui il New York Times si schiera apertamente e definitivamente dalla parte di Snowden.

L’elogio di Adelphi nell’anno del giubileo di Andrea Tarabbia.

(05/01/14)