Lavorava muto

Lavorava muto, lontano da tutti, invisibile e colmo di disprezzo per quei piccoli dilettanti per i quali il talento è un ornamento da società, che, poveri o ricchi che siano, incedono con aria selvaggia e vesti stracciate o esibiscono il lusso di cravatte eccentriche e la cui unica preoccupazione è di vivere felici, amati e da artisti, senza sapere che opere buone nascono solo sotto la pressione di una vita cattiva, che chi vive non lavora e che bisogna essere morti per essere davvero creatori.

Rileggendo Thomas Mann, Tonio Kröger, traduzione di Anna Rosa Azzone Zweifel: quasi un programma.

(11/06/25)