La velocità del buio

la velocità del buio

Un saggio su berlusconismo, identità italiana e crisi cognitiva degli ultimi vent’anni.

La rassegna stampa.

dal risvolto di copertina: “In questo pamphlet rigoroso e viscerale, Giorgio Fontana smonta le narrazioni che da vent’anni avvelenano verità, responsabilità ed etica in Italia con piglio sicuro e disincantato, volgendo lo sguardo alla nostra storia unitaria: una serie di occasioni mancate per “fare gli italiani”, su cui il berlusconismo si è abbattuto con pesante accelerazione: alla velocità del buio, con conseguenze inedite per il destino di una nazione e di un popolo. Ma Fontana guarda avanti: prende posto senza remore nell’ampio dibattito contemporaneo e ipotizza un futuro che tanti non riescono più neanche a immaginare.”

“un libro decisivo, portatore di una parola che non era ancora stata pronunciata intorno allo sfacelo di questi anni.”
(Andrea Tarabbia, Il primo amore)

“Il saggio […] convince più delle ipocrite indignazioni degli “uomini di cultura” e opinionisti che hanno contribuito a fare di noi le mediocrità antropologiche e morali che siamo diventati. La parola d’ordine del suo percorso è stata “come evitare di diventare uno stronzo”, e come un certo numero di suoi coetanei c’è riuscito meglio di una massa di “adulti”.”
(Goffredo Fofi, L’Unità)

“Potrebbe essere un pamphlet ma vi è troppa pacatezza, lucidità, per esserlo, a tratti perfino poesia. E’ un libro coraggioso ma del coraggio dei vent’anni – l’autore ne ha appena appena trenta- e sicuro come di chi abbia già perso l’equilibrio.”
(Francesco Forlani, Nazione Indiana)

“Ecco cosa è ammirevole: non dare nulla per scontato, bandire l’approssimazione, la leggerezza. Ogni cosa deve essere chiara, sviscerata, appunto scientificamente dimostrata. Solo così, costruito un solido gradino, si può fare il passo successivo sulla scala del ragionamento. In una parola, io questa la chiamo onestà intellettuale.”
(Piersandro Pallavicini, Il primo amore)

“Così, ho chiuso il volume e ho pensato: vuoi vedere che “lasciando stare De Gasperi” è possibile trovare una chiave per decifrare quello che fino a prima sembrava un incomprensibile, desolante vicolo cieco? Vuoi vedere non è stato già tutto detto? Vuoi vedere che se ne può uscire? Insomma: un altro libro sul berlusconismo? Sì, ma uno dei pochi che sia davvero fondamentale. E che è fondamentale leggere ora.”
(Fabio Deotto, Carmilla online)

“questo è un libro da leggere, praticamente perfetto nella fenomenologia del declino di un paese.” 
(Valter Binaghi)