Migranti, Mediterraneo e confini europei: Andrea Segre e Gabriele del Grande.
L’attivista sedicenne Malala vince il premio Sakharov, ma non il Nobel per la pace come alcuni si aspettavano. Due opinioni al riguardo: Zeynep Tufekci pensa che “the Nobel Peace prize should absolutely go to such under-appreciated, crucial institutions that help build peace, and that are sorely lacking in our complex world”; invece per Marina Hyde “as with Gandhi, the real honour is being ignored by Oslo”.
A proposito di Nobel: sulla scia della vittoria di Alice Munro, qualcuno si ricorda di Mavis Gallant.
Il testamento di Priebke.
“La prima indagine Piaac dell’Ocse sulle competenze dei cittadini adulti di 24 paesi denuncia tutta l’inadeguatezza degli italiani. Le responsabilità della scuola e delle inefficienze del mercato del lavoro. Le riforme da fare per risollevarci da questo degrado. Con urgenza.” Su lavoce.info tutti i dettagli.
Cos’è il cuneo fiscale, spiegato bene bene sul Post. (Una questione che riguarda tutti, imprenditori e impiegati).
Se usate Google+, è il caso che leggiate questo articolo: altrimenti potreste finire in annuncio pubblicitario.
La New York Review of Books celebra quel jazzista strambo e unico che fu Sun Ra.
Una lettera dal carcere di san Vittore, scritta da una persona che ci ha passato quaranta giorni senza motivo.
I siti internet più frequentati, nazione per nazione.
Terrorismo e brand, su Doppiozero: “i gruppi terroristici sono grandi produttori di segni, alla stregua delle aziende commerciali o delle istituzioni pubbliche, e come tali devono saperli maneggiare con cura, ai propri fini specifici, di tipo, appunto, promozionale e comunicativo”.
Si parla tanto di “nativi digitali”, ma non è che i giovani lo siano tutti. Anzi: meno di un terzo.
L’articolo della settimana, per quanto mi riguarda: Stalin come editor.
Un reading di Jack Kerouac nel 1959.
I tablet giganti alla redazione di Fox News.
Belle foto di Glenn Gould, Aretha Franklin, Johnny Cash, e altri.
(13/10/13)